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(in)canto

3 December 2024 - canto, canto gregoriano, contemplazione, Impresa Orante, incanto, Meditazione cristiana, memoria, Preghiera, spirito -

Da qualche tempo in qua, presto particolare attenzione alla presenza del canto durante le S. Messe. E la memoria torna indietro, a quando, da piccola, l’andare a messa significava, anche, partecipare attivamente alla preparazione dei canti sotto la guida attenta della signora Daniela, organista ed esigentissima direttrice del coro parrocchiale. Il canto che accompagnava l’Eucaristia era, allora, qualcosa a cui tutta l’assemblea partecipava perché tutta l’assemblea ne conosceva parole e ritmo. Il coro, sì, era il corpo di voci che guidava ma il canto non era solo prerogativa sua, era anche strumento di lode posseduto da tutti perché tutti, in qualche modo, avevano avuto, nel proprio passato di bambini, una signora Daniela che glielo aveva insegnato, in chiesa prima dell’inizio delle funzioni o, addirittura, il sabato pomeriggio come parte integrante delle attività di animazione in oratorio. Da bambina, il dover dedicare tempo al canto, sottraendolo così al gioco, non mi trovava sempre totalmente allineata, eh, intendiamoci. Ma quel tempo sottratto a fatica allora, oggi, mi torna come eredità preziosa e, così, anche per canti meno frequenti, parole e ritmo mi tornano sulle labbra come per incanto. E, come capita spesso con melodie che scaldano il cuore, come quelle che accompagnano la liturgia, il canto non rimane confinato nello spazio della celebrazione ma mi accompagna a casa e per giorni abita il cuore e nutre lo spirito. Quel canto, spesso, mi è stato àncora nel dolore, sostegno nella fatica, lievito sacro capace di contrastare il buio dell’angoscia. Ecco, dunque, che quel tempo sottratto a fatica da bambina è diventato, oggi, tempo alleato, utile a consegnarmi parole e melodia che sono memoria e risorsa.
E, allora, benedico Dio per aver avuto chi mi obbligava ad alzarmi presto al mattino per partecipare alle prove rigorose della signora Daniela e non posso fare a meno di pensare a cosa perdano i bambini di oggi che, inseriti in percorsi catechistici frettolosi e frequentati più per supina tradizione che non per scelta convinta della famiglia o privi di esperienza oratoriale, non possono sperimentare quel tempo sottratto che diventerà tempo alleato, non possono fare tesoro di parole e melodia che sono memoria e risorsa. Che fare allora? Torniamo ad insegnare ai bambini i canti sacri!  Che tu sia mamma, papà, nonna o nonno, catechista o educatore, torna a insegnare ai tuoi piccoli i canti che ti hanno accompagnato da bambina/o, cercali in rete e mettiti a cantarli insieme ai tuoi piccoli, la preghiera quotidiana che fai insieme a loro sia sempre accompagnata da un canto. Cantare è pregare due volte, diceva qualcuno.
Riportare il canto sacro al centro della nostra quotidianità è riportare l'(in)canto al centro della nostra vita. E, oggi, è quanto mai tempo di (in)canto. Amen!
NB: tra tutti i canti, il canto gregoriano è il canto per eccellenza della nostra tradizione cattolica occidentale. Se volete deliziarvi nell’ascolto e nella preghiera, un buon canale su cui sintonizzarvi è questo https://www.youtube.com/watch?v=GwFKLg8brnk

 

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