Preghiera della domenica mattina – Etty Hillesum
Mio Dio, sono tempi tanto angosciosi. Stanotte per la prima volta ero sveglia al buio con gli occhi che mi bruciavano, davanti a me passavano immagini su immagini di dolore umano. Ti prometto una cosa, Dio, soltanto una piccola cosa: cercherò di non appesantire l’oggi con i pesi delle mie preoccupazioni per il domani, ma anche questo richiede una certa esperienza. Ogni giorno ha già la sua parte.
Cercherò di aiutarti affinché tu non venga distrutto dentro di me, ma a priori non posso prometterti nulla. Una cosa, però, diventa sempre più evidente per me, e cioè che tu non puoi aiutare noi, ma che siamo noi a dover aiutare te, e in questo modo aiutiamo noi stessi. L’unica cosa che possiamo salvare in questi tempi, e anche l’unica che veramente conti, è un piccolo pezzetto di te in noi stessi, mio Dio.
E forse possiamo anche contribuire a disseppellirti dai cuori devastati di altri uomini. Si, mio Dio, sembra che tu non possa far molto per modificare le circostanze attuali ma anch’esse fanno parte di questa vita. Io non chiamo in causa la tua responsabilità, più tardi sarai tu a dichiarare responsabili noi. E quasi a ogni battito del mio cuore, cresce la mia certezza: tu non puoi aiutarci, ma tocca a noi aiutare te, difendere fino all’ultimo la tua casa in noi.
Esistono persone che all’ultimo momento si preoccupano di mettere in salvo aspirapolveri, forchette e cucchiai d’argento, invece di salvare te, mio Dio. E altre persone, che sono oramai ridotte a semplici ricettacoli di innumerevoli paure e amarezze, vogliono a tutti i costi salvare il proprio corpo. Dicono: non mi prenderanno. Dimenticano che non si può essere nelle grinfie di nessuno se si è nelle tue braccia.
Comincio a sentirmi un po’ più tranquilla, mio Dio, dopo questa conversazione con te. Discorrerò con te molto spesso, d’ora innanzi, e in questo modo ti impedirò di abbandonarmi. Con me vivrai anche tempi magri, mio Dio, tempi scarsamente alimentati dalla mia povera fiducia; ma credimi, io continuerò a lavorare per te e a esserti fedele e non ti caccerò via dal mio territorio.
(Etty Hillesum, Diario 1941-1943)
2 Commenti
Mauro
... tu non puoi aiutare noi, ma che siamo noi a dover aiutare te, e in questo modo aiutiamo noi stessi : ovvero, tu non puoi aiutare noi se noi stessi non te lo permettiamo perchè rinchiusi nelle nostre povere paure di perdere cose che ora sembrano valere, domani sono niente.
10 April 2017LORELLA ZAFFANI
Parlare con Dio, dialogare con Lui é un mezzo efficace per tenerlo con noi, per non lasciare che Lui ci abbandoni. L'aveva compreso molto bene Etty, che aveva perso tutto, compresa la dignità di donna e di essere umano. Ma Dio non avrebbero potuto portarglielo via. Ma quanta forza deve averci messo per credere di non essere stata abbandonata da Lui! Io non so se avrei avuto la sua fede. Ma é solo la fede che l'ha salvata. Non dal suo destino, ma dalla morsa del male. E noi, perché non comprendiamo quanto grande sia il bisogno di tenercelo stretto e vicino il nostro Dio? Perché non lo insegniamo ai nostri figli, nelle nostre scuole, nei luoghi di lavoro? Dio ci vuole accanto per farci sentire bene, per riempire i nostri vuoti, per sanare le nostre ferite. Ci ama talmente tanto Dio, che ci ha offerto Gesú, il Figlio prediletto, Figlio Obbediente che ha donato la sua vita per noi.
11 April 2017Resta ancora il più grande e profondo mistero della Storia, ma non ci sono dubbi : Cristo é davvero risorto. E ci ha riscattato. E Etty sarà sicuramente in Paradiso.
Buona Pasqua cari Oranti e grazie Maria Chiara per averci fatto conoscere Etty.