Uno delle convinzioni di questi tempi, che passa in molti modi e arriva dritto dove deve arrivare facendo un pacco di danni, è pensare che la preghiera sia una perdita di tempo. Che sia una pratica fumosa, bigotta e una risposta inadeguata ai tanti problemi concreti che assillano le nostre vite, il nostro lavoro, le nostre famiglie. E’ così? Sì, può essere anche così.
Mi spiego: nella misura in cui pensiamo che la preghiera sia una perdita di tempo inutile, neghiamo alla preghiera la sua naturale efficacia. E quindi, non è lei la perdita di tempo, siamo noi che, così pensando, la rendiamo una perdita di tempo. 
La preghiera non è uno scherzo, non è una cosa da prendere alla leggera come possono esserlo le perdite di tempo. La preghiera è una roba straordinariamente seria. Tanto seria che, in ogni epoca della storia, tutte le società umane hanno sempre cercato il modo di pregare per cercare un Oltre che aiutasse, che intercedesse, che rispondesse. Ed avrebbero avuto anche più ragione di noi, di farne a meno, rischiando la pelle un giorno sì, e l’altro anche, per una coscia di cinghiale o una lepre da contendersi con fiere che nemmeno sappiamo immaginare.  Fosse (stata) ‘na cosa così inutile, non si sarebbero sognati di dedicarci il tempo di riti e danze complicatissime, considerato che il concetto di ‘perdita di tempo’ era conosciuto quanto la teoria della relatività di Einstein…
Poi arriva Gesù e, come suo solito, fa fare un salto quantico e di prospettiva, anche nella preghiera. Dice: la tua fede ti ha salvato, va’ in pace. Gesù poteva fare a meno di tutti e tutto, fare miracoli a prescindere come il migliore dei maghi. Ma non sarebbe stato il Figlio di Dio secondo la logica di Dio che non ama proprio fare il supereroe. Gesù – come Dio – ci ha sempre messo al centro della partita, non ha mai voluto farne a meno di noi. Troppo facile, sarebbe stato, e del tutto inutile, per la filosofia di Dio. Ma cosa c’entra con la preghiera? E’ che la preghiera è dialogo, sempre. E ogni dialogo, perché funzioni e sia efficace, richiede di soddisfare la condizione di base e cioè che ci si prenda sul serio. Anche quando prego mia mamma o mio papà di darmi qualcosa, io lo faccio perché SO, do per assodato che mamma e papà mi ascoltano perché si pone la condizione naturale che loro mi prendono sul serio ed io prendo sul serio loro. Non ho la garanzia di ottenere, certo, ma sono naturalmente posto in una relazione in cui ci si prende sul serio. Funziona così: siccome ti prendo sul serio, ti parlo, ti racconto e ti chiedo. Anche con Dio. E allora quando Gesù diceva ‘la tua fede ti ha salvata’ voleva dire proprio questo: mi prendi sul serio che ti prendo sul serio. Non è un gioco di parole, oranti. E’ un bellissimo gioco di relazione. Seria.
E poi Gesù aggiungeva sempre: va’ in pace. Cioè? Siccome ti prendo sul serio, ora vai, sei nelle condizioni migliori per muoverti, fare, agire perché SAI che puoi stare sicuro che ti prendo sul serio. Quando hai bisogno, ci sono sul serio.
Carissimi, Impresa Orante è il dono grandioso che Maria ci ha fatto per dimostrarci che Dio ci prende sul serio. E noi preghiamo perché prendiamo sul serio Dio. E così possiamo andare e agire in questo mondo che ha sete di essere preso sul serio. La preghiera è azione. Silenziosa ma potente. Garbata ma rivoluzionaria. Trasformatrice del nostro ‘dentro’ e del nostro ‘fuori’.
Avanti, allora, con coraggio.
L’AZIONE ORANTE che stiamo facendo in tanti, in tante parti d’Italia, per trasformare l’economia si sta sentendo e sta già lavorando per far nascere azioni e iniziative coraggiose. Non molliamo. Dio fa sul serio. E anche noi.

Mariachiara