Serve che ci mettiamo in modalità “periscopio” e che non rimandiamo più quello che è un atteggiamento che dovrebbe caratterizzarci, come cristiani, ovvero il prestare attenzione a quanto ci succede intorno, sforzarci di guardare oltre l’ostacolo dell’indolenza che ci attanaglia e darci da fare per essere testimoni di Cristo. Non siamo veri testimoni, e nemmeno veri seguaci di Gesù, se non ci liberiamo della fede vissuta in modalità “favoletta” che ci fa essere cristiani all’acqua di rose, tutto zucchero e panna, illusi che sia sufficiente andare a messa e partecipare a qualche ritiro per far parte dell’esercito di Dio. Non funziona così. Troppo facile. Se funzionasse così, che ragione avrebbe avuto Gesù di patire quello che ha patito, di morire come è morto? Serve che ci decidiamo per Dio, smettendola di trovare compromessi o giustificazioni laddove sappiamo di andare contro quello in cui diciamo di credere, contro l’Esempio che diciamo di seguire. Costa fatica? Sì, costa fatica e, a volte, costa anche qualcosa in più della fatica. Costa, magari, la carriera; costa, magari, il premio aziendale; costa, magari, il successo agli occhi del mondo. E allora? E’ proprio questo il tempo in cui siamo chiamati ad avere coraggio, a non essere corresponsabili della logica utilitaristica che domina l’economia del momento, logica che considera l’uomo come mezzo e non come fine. E’ proprio questo il tempo in cui deciderci di uscire dalle righe di quegli eserciti che nulla hanno a che vedere con il servizio al Bene ma solo rispondono alla sete di denaro e di potere, senza scrupolo alcuno, a danno del nostro prossimo, vicino o lontano che sia. Serve che ci mettiamo in “modalità periscopio”, dunque, per intercettare gesti/scelte che vanno contro la dignità della persona e non assecondarli. Serve che ci mettiamo in “modalità periscopio” per cogliere segnali di richiesta d’aiuto per un lavoro che non c’è più e darci da fare noi, in prima persona, a trovare qualche possibilità per quella persona. Serve che ci mettiamo in “modalità periscopio” per ascoltare il disagio dei ragazzi di oggi e tirarci su le maniche per trovare formule nuove, promuovere iniziative che riparino all’assenza dei genitori da casa contrastando la filastrocca secondo cui “conta la qualità del tempo e non la quantità del tempo passata insieme”. A forza di raccontarcela e di trastullarci al suono delle seducenti sirene della carriera, i nostri figli hanno cominciato a voler rinunciare alla vita (se vivere è essere soli, che senso ha???). Non mi pare sia un gran risultato. Serve che ci mettiamo in “modalità periscopio” per cogliere l’urlo della povertà e rispondere con generosità, condividendo, secondo le proprie possibilità, ma condividendo.
E’ finito il tempo della navigazione a vista, e vada come vada. Cercansi periscopi che compiano bene la loro missione.
Che la Madonna ci aiuti a trasformare il desiderio dell’intenzione in azione pronta e determinata. Amen.

Mariachiara