Quando le difficoltà sono tante, come nel periodo che stiamo attraversando, noi cristiani sappiamo che abbiamo a disposizione l’arma più potente che ci sia: la preghiera e, in particolare, la preghiera del S. Rosario. Eppure succede che, spesso, ci lasciamo scoraggiare dal non vedere l’effetto, dalla frustrazione di assistere al male che imperversa, dallo scoraggiamento di una realtà che ci appare uguale a se stessa. Con gli occhi della fede, sappiamo che non è così. Ma perché? Perché la preghiera, intanto, cambia noi dal di dentro, è un lento e progressivo lavoro di decostruzione della debolezza della carne che lascia spazio alla forza dello spirito; una lenta ma costante conquista di spazi interiori da parte dello Spirito che abita in noi e che, grazie al nutrimento della preghiera, si dilata e si consolida in noi. Allora, immancabilmente, ci accorgiamo che, poco a poco, abbiamo una struttura dentro che ci tiene in piedi anche di fronte alle tempeste più gravi, alle prove più difficili. Si crea, in noi, uno spazio di fiducia incrollabile, un profondo senso di abbandono e di fiducia in Dio che ci consentono di non disperare, di non farci sopraffare dall’angoscia e dalla paura proprie della carne. È lo Spirito che abita in noi che si esprime e si manifesta in tutta la Sua potenza e che ci dona quella straordinaria capacità di dire: Signore, mi fido, mi affido e confido. Entriamo, allora, in una nuova dimensione, una dimensione che percepiamo non essere schiava della nostra fragilità umana ma partecipe della divinità che ci abita e, pertanto, libera da logiche di “risultato”. Lo Spirito, ora protagonista in noi, ci aiuta a entrare, poco a poco, nella logica di Dio della gratuità, ovvero del pregare senza misura e liberi dalle aspettative tipiche della carne, liberi da quella logica umana del do ut des (do a te perché tu dia a me, ndr) che, sotto sotto, ci condiziona nel profondo e ci espone all’attesa del risultato. Ecco, è quando arriviamo a pregare così che la preghiera ci trasforma e opera in modo potente in noi e, di conseguenza, intorno a noi. Perché cambia il nostro sguardo verso la vita ed il nostro agire verso gli altri. Perché cambia, in primis, il nostro rapporto con Dio, liberato da una sorta di infantilismo umano. Questa trasformazione silenziosa, ma sostanziale, a opera dello Spirito, vale per noi ma anche per la società. La preghiera non è mai inutile, la preghiera non è mai vana, la preghiera non lascia mai identica a se stessa la realtà che tocca e attraversa. Mi piace pensare che le nostre tante preghiere e offerte per questo tempo travagliato da grandi sofferenze agiscano come un fiume carsico: invisibile ai nostri occhi la loro azione, scorrono e conquistano spazi impensabili, trasformando cuori di pietra in cuori di carne, creando spazio prezioso all’azione di Dio così da (ri)plasmare, poco a poco, la vita di tanti e, di conseguenza, la comunità dei viventi. E, allora, facciamo nostro l’invito di San Bonaventura “Se vuoi sopportare con pazienza le avversità e le miserie di questa vita, sii uomo di preghiera”.
In questo primo giorno di Novena all’Immacolata, chiediamo alla nostra Mamma di aiutarci a essere uomini e donne di preghiera, di preghiera libera da aspettative se non quella di piacere a Dio, qualsiasi cosa (ci) accada. Amen
NB: per chi volesse pregare con noi, ricordiamo che tutti i lunedì alle ore 21:00 ci troviamo per recitare il S. Rosario a questo link meet.google.com/fmt-xmgv-uvd
1 Commenti
Franca Dadà
Ringrazio per le vostre preghiere per mio figlio Roberto e per chiunque é in difficoltà lavorativa , mi unisco a voi nella preghiera grazie ,grazie .
2 December 2021