Tra due giorni sono in provincia di Piacenza a conoscere (finalmente!) altri oranti coraggiosi in quel di Castel San Giovanni. Ci vado in treno e so già che mi aspetterà un pomeriggio in compagnia di un’amica speciale, giornalista del settimanale diocesano di Piacenza, conosciuta in tempi non sospetti, persa di vista per un po’ (ma sempre nel cuore) e ritrovata grazie a questa meravigliosa avventura che è Impresa Orante. Dio è così: meravigliosamente imprevedibile. Tesse a nostra insaputa una rete invisibile e, quando è il momento giusto, tira i fili di qua e di là fin quando i due estremi si riconoscono e si riavvicinano. Con Barbara è successo così.
Venerdì arrivo col treno a Piacenza ma, potessi, ci verrei in bicicletta. In bicicletta??? Sì, in bicicletta. Sono certa che qualcuno l’abbia già fatto, Torino-Piacenza in bici, ma a me piace pensarlo perché, questa sera, nello scrivere queste righe, mi è venuta in mente una bella metafora: siamo le ruote di Dio. Lui pedala e noi giriamo. E giriamo, giriamo, giriamo per portarlo dove vuole. E giriamo, giriamo, giriamo per arrivare dove ha deciso di arrivare. Potrebbe fare a meno delle ruote e invece no. Gli serviamo un sacco. E’ un bel girare, con Dio sulla sella. E la Madonna dov’è, in tutta questa biciclettata? E’ in bicicletta con Dio.
Ma che ruota sono, io? A volte, bella gonfia e veloce e faccio bene il mio lavoro. A volte, sgonfia e pesante e, allora, il buon Dio fatica ad arrivare dove deve arrivare…
Venerdì prendo(no) il treno. E possiamo star certi che, così, non corriamo alcun rischio. Castel San Giovanni arriviamo!

Mariachiara