Alla fine del 1600, circolava a Parigi un sacerdote che aveva grandi doti oratorie e, pertanto, chiamato a tenere sermoni davanti a Re e Regine. Irriducibile innamorato di Dio e della Chiesa, lavorò a fianco del filosofo Leibniz per trovare una via di unione e conciliazione con i Protestanti che, peraltro, convertì numerosi grazie alla sua testimonianza. Chi era costui? Si chiamava Jacques Bénigne Bossuet ed anche San Vincenzo de’ Paoli ricorse al suo carisma. Ma cosa c’entra Bossuet con IO? C’entra per la speranza che arriva dal ricordare una delle sue più famose frasi ovvero Dio è capace di scrivere dritto anche sulle righe storte degli uomini Ecco, ogni volta che la leggo, ogni volta che me la ripeto, questa verità arriva dritta dritta al cuore e lo consola, lo rassicura e lo rafforza nella fede. Il dono grande della Chiesa è aver generato uomini e donne così, capaci di arrivare a tradurre la potenza immensa di Dio in parole semplici e senza tempo, perché valide in tutti i tempi, e a noi pienamente comprensibili. Allora sono grata a Dio per avermi chiamato a vivere questo tempo di fatica perché ho tanto da imparare e tanto da restituire alla meravigliosa storia d’Amore cui appartengo e di cui mi sforzo di essere degna. Bossuet ci infonde, con poche parole, una fiducia senza limite nel Dio della storia, anche quando questa si fa travagliata e sofferta come in questi tempi. E, allora, abbiamo ancora una ragione in più per ringraziare, un’occasione in più per servire, un motivo in più per offrire. Perché Dio, nonostante le nostre righe storte, contorte, attorcigliate e sconvolte, scrive dritto e chiaro, sa dove vuole arrivare e dove vuole portarci ed è sempre oltre e più grande di quanto possiamo immaginare noi. Megafoni di Bossuet, megafoni di Dio. Amen.
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