‘Se non ritornerete come bambini, non entrerete mai’. In una bellissima chiesa della mia città, Torino, ieri è risuonato questo canto meraviglioso durante la messa. Sembra una provocazione, in tempi così complessi e così aggrovigliati come quelli che stiamo passando, il richiamo a tornare bambini. Poi ci pensi su e, come sempre, trovi una saggezza senza tempo nelle parole di Gesù, uomo-Dio che non finisce mai di stupirmi… Il bambino più è piccolo e più è potente. Non sa nulla e non sa fare nulla eppure riesce a catalizzare l’attenzione e le cure di chi lo ama. Ha bisogni essenziali, li ‘sente’, vede la realtà senza filtri e si pone domande. E ascolta le risposte che gli vengono fornite da chi lo ama. E si fida. E poi segue. E’ questo il bambino che voglio essere. E’ questo il bambino che voglio recuperare dentro di me perché è il bambino potente di cui ha bisogno Dio per operare nel mondo in tempi così. Non ha bisogno di adulti pieni di risposte e di soluzioni, non ha bisogno di scienziati che arrivino a inventare l’inventabile, non ha bisogno di potenti e infallibili tecnocrati che sfoderino ricette con ingredienti di cui, alla fine, non conoscono nemmeno le conseguenze… Ha bisogno di bambini ovvero di adulti talmente responsabili, verso il tempo e il luogo in cui vivono e operano, che si mettono in ascolto attento come bambini che non sanno ma desiderano ardentemente sapere. E si fidano. E poi seguono e agiscono. E qui alcuni potrebbero chiederci: e ascolti cosa? l’aria? Ecco, non sei quel bambino di cui parla Gesù, viene da dire. Dio arriva in modo inaspettato e intellegibile e chiarissimo al cuore di quel bambino ma è Dio e non usa necessariamente i modi che ‘vediamo’ noi o con cui arriveremmo noi. D’altra parte, è Dio e non un altro-io. E, d’altra parte, è Dio-Papà e non dio qualsiasi quindi si fa comprendere. C’è bisogno di allenare la nostra umanità ad una sana distanza da quell’io che vorrebbe essere completo e bastare da se’. E sapere sempre tutto e vedere le cose sempre secondo l’unica logica che conosce, quella umana. Perché poi succede così: siamo circondati da chi ci presenta ricette fantasmagoriche e al limite dell'(ir)razionale – che di ‘logico’ e di ‘umano’ hanno ben poco – e ci dice, però, che vanno benissimo. Poi, però, quando gli proponi: okay, adesso guarda le cose anche in questo modo, che somiglia al modo con cui Dio vede, ti risponde: eh no, non è logico, non è razionale. Si chiama ‘essere empi’ ovvero essere pieni di se’. Non siamo attrezzati per ‘funzionare’ bene se siamo ‘pieni’: rischiamo l’isteria. La nostra natura non è fatta per sopportare il pieno di una pienezza tutta umana. Siamo stati pensati per avere bisogno di Mamma e Papà. Siamo stati pensati per essere bambini potenti perché ‘vuoti’ e senza soluzioni preconfezionate e, quindi, con antenne drittissime, pronti a vedere senza filtri e a agire senza indugi, fidandoci di Papà. Siamo stati pensati per essere così. E quanto è soave essere così. E quanto è potente essere così. (continua)
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