Lungo i sentieri in campagna, disseminati qui e lì nei campi di grano, ultimamente intercetto sempre qualche meraviglioso papavero. A volte, solitario, a volte in compagnia di un ciuffo di amici, si distingue nel mare color oro dei campi di frumento e segna un punto preciso nel panorama. Mi piacciono moltissimo, i papaveri. Semplici, delicati, con petali impercettibili al tatto dal colore rosso corallo intenso, sono tra i fiori che preferisco. La scorsa settimana, passando in macchina su una strada che tagliava in due una distesa dorata di grano, il mio occhio è stato attirato dalla loro silenziosa ma risoluta presenza: una macchia di colore deciso, nell’immensità omogenea e un po’ disorientante di quel paesaggio campestre. I papaveri, per il contadino, sono piante infestanti, da debellare con utilizzo di diserbanti di vario genere. Per me, in quel momento, sono stati provocazione e rivelazione, al contempo. Irti nella pianura dorata, mi hanno interrogato: quanto ti distingui, tu, dalla massa? Quanto spicchi come testimone di Cristo nella marea di uomini e donne di questo tempo? Tutto d’un tratto, la loro presenza dirompente è diventata molto interessante, mi ha sfidato senza mezzi termini: cosa stai facendo per contribuire a portare il colore vivace di Cristo nel tempo in cui vivi? Cosa stai facendo per rigenerare ciò che viene dato per perso dai più? Gesù, il Suo tempo, lo ha colorato di toni accesi, lo ha marchiato per sempre, cambiando il senso della storia come si conosceva fin lì. E io? e noi? Cosa stiamo facendo per assomigliare a uomini e donne di Cristo che, risoluti, portano le verità della fede a consolazione di un tempo martoriato dalla menzogna e dall’inganno? Senza clamore ma anche senza compromessi. Una presenza che aggancia e porta a Dio perché abitata da Dio. Sto/stiamo facendo abbastanza?
Aiutami, Gesù, a essere come quei papaveri: macchia di colore inconfondibile. Il Tuo. Amen!

Mariachiara