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In panchina

6 April 2023 - Senza categoria -

Ieri mattina, approfittando di un imprevisto, ho chiesto al mio padre spirituale di incontrarci per la confessione in vista della Santa Pasqua e, per un altro imprevisto, la chiesa dove dovevamo incontrarci era chiusa. E, così, la panchina in mezzo ad una via della periferia di Torino, circondata dai palazzi, è stata la mia occasione per osservare la partita della vita in modo diverso. Con Dio, in panchina, appunto. È stato uno stare immersi nel mondo ma osservando il trambusto che lo caratterizza con la pace che viene dallo sguardo di Dio che supera, oltrepassa, abbraccia tutto da sempre e ti sottrae a quel sentimento di impotenza che si impossessa di te quando sei davanti a qualcosa cui non riesci a porre rimedio. Quella panchina in mezzo alla città è diventata, poco a poco, come il più incantevole belvedere che si possa immaginare, una terrazza sul mondo in cui tutto trova il suo posto e la sua ragion d’essere, un punto di osservazione in cui le minacce più grandi si sbriciolano dinanzi alla consapevolezza di essere dentro ad una Storia il cui Dio è Provvidenza. Il sacramento della riconciliazione è questo: uno spazio-tempo potente in cui puoi metterti a sedere per parlare cuore a cuore con Dio, cercando di entrare nella visione infinita delle cose che Lui ha e che manca a te, superando il limite della nostra capacità di giudizio per immergersi nell’infinito di Dio. Afferri lì, più che in migliaia di ore di formazione o di psicoterapia, le chiavi della felicità autentica, quella che nasce e muore in Dio, quella che ti fa comprendere che non sei tu a dover trovare soluzioni al male perché c’è già stato Uno che lo ha riscattato, questo male, prendendo su di sé il male di questo tempo e di TUTTI i tempi della storia umana. E, poi, lì, in “panchina con Dio”, attingi via via la forza di fidarti ed affidarti in quella modalità che fa sperimentare quanto diceva Gesù: «Se avrete fede pari a un granellino di senape, potrete dire a questo monte: Spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile».
Alcuni studi riferiscono che, nel nostro mondo occidentale, da quando la pratica della confessione è venuta meno, la depressione è aumentata a livelli esponenziali. Non fatico a crederlo. Del resto, incontrare regolarmente Dio nella confessione ha, per lo spirito che ci anima, lo stesso effetto di una camera iperbarica per un corpo carente di ossigeno: terapeutico ed energizzante. Un buon proposito, dunque, per la nostra vita spirituale e quella dei nostri figli, è quello di (ri)prendere la pratica della confessione periodica (mensile, per cominciare) cercando la guida di un sacerdote con cui camminare e “sederci in panchina con Dio”. Perché, se stare in panchina, in tutti gli sport della terra, è vissuto come una sconfitta, stare in panchina con Dio è, al contrario, il miglior allenamento che ci possa capitare.
E, allora, mi par di sentirlo, Dio: << Vieni che ci mettiamo in panchina>>. Amen!

Buona Settimana Santa a tutti!

1 Commenti
  • SasciaReply

    Si, sono d'accordo la Confessione è importante è un sacramento oltre a lavare l'anima dai peccati, è proprio una vera pedagogia del cuore. Essa ci lhwra fa tanti pesi e torniamo ad essere sorridenti e leggeri

    30 April 2023

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